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Valle Di Comino

Distanza complessiva: 40 Km

Fondo Stradale: Asfalto, sterrato

Difficoltà: Impegnativa

Sora, una città abbracciata dai fiumi Liri e Fibreno, segna l’inizio e la fine di questo eccezionale percorso alle porte della Valle di Comino. Un tracciato di circa quaranta chilometri, in gran parte su strada asfaltata con tratti di sterrato.

La graziosa Sora diventa la base di partenza per esplorare i pre-Appennini e immergersi nel territorio degli orsi marsicani. Il Parco Nazionale d’Abruzzo ci attende a braccia aperte.

Ma è essenziale rivolgere uno sguardo alla collina di San Casto, coronata dal castello medievale e dalla maestosa chiesa, che sovrastano il centro storico in un affascinante alternarsi di stili architettonici, dall’antichità alla signorilità del Novecento. Il crepuscolo dipinge i palazzi come opere d’arte, una visione stupefacente.

Un’altra meraviglia si svela quando ci dirigiamo verso Pescosolido, un borgo dai contorni simbolici con la sua torre e la chiesa, regalando una vista mozzafiato sulle Mainarde, ancora più affascinanti sotto la neve. Ma è verso il basso che il Vallone Lacerno si insinua nello scenario, intagliando un canyon nella vegetazione dove un piccolo corso d’acqua ha modellato e rimodellato la roccia.

Questi sono i rifugi dei briganti, e ancora echeggiano gli intrighi di Chiavone e Mammone, di cui le testimonianze sopravvivono nei musei.

Con gambe salde e muscoli allenati, affrontiamo i dislivelli che separano Pescosolido da Campoli Appennino. Un aroma inconfondibile nell’aria ci annuncia il regno del tartufo, protagonista di una varietà di gustosi prodotti gastronomici. E non preoccupatevi se doveste incontrare un orso: l’orso marsicano trova qui il suo habitat, ospitato in un’area faunistica.

Il lago di Posta Fibreno ci aspetta da millenni. Lo raggiungiamo attraverso una strada in parte sterrata, per scoprire un altro scenario naturalistico unico nel suo genere. Inserito in una Riserva Naturale Regionale e dedicato a un museo, il lago custodisce una peculiarità: la misteriosa “rota”. Ma cosa sia esattamente, lo scoprirete solo sul posto, così come imparerete cosa sia la “naue” e come gli uccelli acquatici costruiscono le loro abitazioni galleggianti.

I castelli di Vicalvi ed Alvito ci fanno compagnia mentre riprendiamo il nostro cammino verso Fontechiari. Vicalvi troneggia con una croce rossa scolpita nel petto e la leggenda del fantasma di Aleandra che non ha mai abbandonato le sue mura.

Una deviazione di carattere religioso, magari al di fuori del percorso principale, ci guida al convento di San Francesco, poiché si narra che il Santo di Assisi abbia dimorato in queste terre. Ma è l’eremo di Sant’Onofrio ad affascinare il visitatore, incastonato sotto una rupe in mezzo al bosco. E non possiamo dimenticare il cimitero napoleonico di Fontechiari con la sua forma circolare. Ancora un centro storico prezioso e una torre medievale prima di immergersi in una piacevole zona di campagna e lasciarsi trasportare dalle sinuose acque del fiume Fibreno da Carnello fino alla Basilica di San Domenico.

Broccostella ci guarda dall’alto del suo antico borgo, con la chiesa della Madonna delle Chiaie, soprannominata “del miracolo” a causa di una bomba rimasta inesplosa sull’altare.

E così pedaliamo attraverso la suggestiva area del Monumento Naturale Lungofibreno Tremoletto, guidati dalle cristalline onde d’acqua, dalle piccole cascate e dalla vegetazione lussureggiante, sempre verde. Rilassatevi, siamo quasi giunti alla fine del nostro viaggio.

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